Appuntamento nel bosco di Portici 1864, Viareggio, Istituto Matteucci |
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Ogni mattina prima dell'alba uscivo di casa e correvo a cercare i miei amici pittori, molto più grandi di me, Rossano e Marco de Gregorio. Partivamo tutti insieme[...] Che bei tempi! Con tanta libertà, tanta aria libera, tante corse senza fine!E il mare, il gran cielo e i vasti orizzonti! lontano le isole di Ischia a di Procida; Sorrento e Castellammare in una nebbiarosea che, a poco a poco, veniva dissolta dal sole.[...] A volte, felice, restavo sotto gli improvvisi acquazzoni. Perchè, credetemi, l'atmosfera io la conoscevo bene, e l'ho dipinta tante volte. Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell'aria e del cielo nella loro intima natura.
E ancora:
Abbandonai la scuola e divenni maestro di me stesso[...]Io intanto giravo per la campagna dipingendo e il procurarmi i colori indispensabili mi costava una fatica da non credere.
De Nittis e altri intanto avevano creato la scuola di Resina (o di Portici) dal posto in cui andavano a dipingere, con un occhio alla grande tradizione del paessaggismo della Scuola di Posillipo (Pitloo e Gigante) e sperimentando la pittura all'aria aperta (en plein air). A Napoli si era trasferito anche il macchiaiolo Adriano Cecioni che incoraggioò subito il giovane De Nittis. (Un giovanotto piccolo, elegantemente vestito, piuttosto brutto di viso ma di aspetto e modi distinti) |
Sulle rive dell'Ofanto 1865, Viareggio, Istituto Matteucci |
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Oh il cielo! Ne ho dipinti di quadri! Cieli, soltanto cieli e belle nubi [...] E' con il loro cielo che mi raffiguro i paesi ove sono vissuto. Napoli, Parigi, Londra. Li ho amati tutti. Amo la vita, amo la pittura. Amo tutto ciò che ho dipinto. Adriano Cecioni, pittore macchiaiolo che visse anche a napoli, conobbe e incoraggiò il giovane De Nittis quando espose alla Società promotrice nel 1864 e nei tre anni successivi. De Nittis lavorava en plein air come i colleghi francesi impressionisti, senza però conoscerli. lavorava allegramente nelle campagne napoletane e pugliesi. La sua ricerca era concentrata sul chiaro-scuro, sulle vedute limpide, quasi dapaesaggista settecentesco, ma con un realismo e uuna verità tutte moderne. La sua tavolozza non ha mai colori squillanti ma tonalità basse che resteranno sempre una sua costante. |
Il passaggio degli Appennini 1867, Napoli, Capodimonte |
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Nel 1867 fece un viaggio a Parigi dove soggiornò per due mesi e prese subito confidenza con l'ambiente artistico della città; conobbe Meissonier, iniziò a collaborare con la Galleria d'arte Goupil che subito gli comprò alcuni quadri e altri gli furono commissionati da altri negozianti. Quando tornò a Firenze espose anche alla Promotrice (nell'ottobre del '67) ed ebbe un successo straordinario sopratutto con Il passaggio degli Appennini, che insieme agli altri esposti andò subito venduto. Scrisse Adriano Cecioni: Il successo di questo quadro giunse al fanatismo. Si vedeva una strada fangosa con una diligenza, tinta di giallo la metà in sù, che andava verso l'orizzonte, un muro fradicio, un cielo cupo con dei nuvoloni scuri e quasi neri sull'orizzonte, di dove sembrava venire un temporale; uno strappo nell'aria che lasciava vedere un pò di chiaro, ciò che rendeva bene l'agitazione di un cielo burrascoso, ed aumentava la tristezza dell'effetto. Tutto questo eseguito in modo tale in modo da far rimanere stupitio chiunque
Anche Diego Martelli, il critico che sosteneva i macchiaioli, lo sottolineò nel "Gazzettino delle Arti del Disegno".
In effetti è un quadro straordinario ancora oggi per gli effetti di luce, per il racconto delle emozioni provate e trasmesse: la strada bagnata, il silenzio dopo la pioggia, i riflessi sulla strada, il vapore che avvolge le case, l'albero solitario, la poca neve rimasta ai bordi della strada.
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| La strada da Napoli a Brindisi1872, Indianapolis, Museum of Art |
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| Westminster, 1878 |
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Questo dipinto monumentale, realizzato per il banchiere Keyes Knowles, il suo più importante mecenate e collezionista fu molto ammiratoall'Esposizione Universale di Parigi del 1878 per la verità nella rappresentazione degli effetti atmosferici, ma anche per la maniera con cui si staglia, come un'apparizione fantastica, la mole del grande palazzo neogotico, sede del parlamento britannico. Come scrisse Emile Bergerat, emerge leggero come un castello di vapori e i cui fini profili sembrano ritagliati dai capricci del vento (da Fernando Mazzocca, De Nittis Rizzoli-Skira) |
La pattinatrice 1875, Dunkerque, Musée des Beaux-Arts
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Nel 1874 non espone al Salon ma segue l'invito di Degas a partecipare alla prima mostra degli impressionisti nell'atelier del fotografo Nadar. In questi anni ('74-75) alterna le scene mondane come L'Amazzone o Ritorno dalle corse con squarci di vita reale come in Place des Pyranides o nelle vedute Londinesi come Piccadilly, e sopratutto con la serie delle pattinatrici come questa o Sulla neve.
Scrisse nel Taccuino ( i suoi appunti, poi ricomposti ed editati dalla moglie nel 1895) "Parigi è tutta bianca di neve. Una bianca coltre ricopre per tutta la lunghezza del viale i rami spogli, le poche foglie attaccate e le grate dei cancelli" Non aderiva completamente però alla tecnica impressionista infatti scrisse a Cecioni che poi pubblicò la lettera sul "Giornale Artistico" nel luglio '74 : qualche volta arrivano a essere informi, tanto in loro è predominante la sola macchia del vero. |
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Quest'opera segna il deciso abbandono delle atmosfere leziose e alla moda delle opere precedenti, le opere del gusto Goupil, e il passaggio a visioni di città sempre più impressioniste. Aiutato da arditi tagli prospettici forse suggeriti dalle esperienze fotografiche De Nittis, riesce a racconatre benissimo la vita cittadina di Parigi. Edifici in costruzione, come questo cantiere del Pavillon Marsan, folla nelle strade, brulichio di vita, cartelloni pubblicitari. L'opera venne esposta al Salon del 1876. De Nittis la ricomprerà dal gallerista Goupil e poi la regalerà al Musée du Luxembourg, oggi Museo d'Orsay. Una versione più bozzettistica è esposta a Milano alla Galleria d'Arte Moderna |
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| il salotto della principessa matilde |
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